Il Museo Diocesano e il complesso di Santa Chiara LIS

Costituito alla fine del 2002 il Polo comprende il Museo Diocesano di Arte Sacra, la Biblioteca Diocesana, la Pinacoteca Comunale di Arte Moderna e Contemporanea e un Presepe artistico. L’ex-Monastero di Santa Chiara, fondato intorno al 1260 da Florisenda da Palena, è situato in uno dei punti più caratteristici e significativi del centro storico di Sulmona, inserito tra la maggiore piazza cittadina e la cinta muraria del XIV secolo. Il Monastero è un interessante esempio di insediamento monastico di clausura sia per l’importanza che ebbe a livello regionale, sia per le complesse vicende costruttive che ne caratterizzarono le fasi di sviluppo: dalla nascita alle devastazioni dovute ai terremoti, in particolare quelli del 1456 e del 1706, e conseguenti ricostruzioni, dalla soppressione del 1866 ai successivi utilizzi.

Il complesso conventuale delle Clarisse rappresenta ancor oggi, per l’organizzazione degli ambienti e le rigorose modalità di comunicazione con l’esterno, una valida testimonianza della vita di clausura che vi si conduceva, nonostante le alterazioni subite nel tempo. Una serie di vasti ambienti occupava il piano terra, col parlatoio, la cappella interna, il refettorio, la cucina, le cantine e altri locali di servizio. Al piano superiore erano situati l’educandato, il dormitorio e vari ambienti di lavoro e di riunione; un corridoio interno consentiva alle suore di accedere sia ai matronei per assistere alle celebrazioni liturgiche sia al secondo impalcato dell’organo, a loro riservato, per accompagnare col canto le funzioni religiose officiate nella chiesa di Santa Chiara.

Un elemento fondamentale del complesso è rappresentato dal parlatoio, oggi sala di lettura, nel quale le suore, attraverso le grate, interagivano e parlavano con i parenti e scambiavano oggetti mediante piccole ruote poste ai lati. Una distribuzione degli ambienti che è rimasta, tutto sommato, inalterata nel tempo. Una serie di case poste nel mezzo della scalinata di accesso dalla piazza era abitata dai custodi e dai contadini che lavoravano le terre poste entro le mura del Monastero e avevano quindi una funzione di filtro con l’esterno e di protezione. Il complesso presenta al visitatore un’interessante stratificazione storica e artistica immutata nei secoli. !