La seconda sala LIS
Un selezionato gruppo di dipinti su tavola e su tela del XVI secolo caratterizza questa sala che accoglie anche oreficerie e qualche manufatto lapideo.
Raffinata ed elegante è la tela del XVI secolo della Deposizione, già nella chiesa di San Domenico in Sulmona: proprio ai lati della croce sono rappresentati San Domenico e Santa Caterina. L’impianto deriva da una fortunata incisione di Marcantonio Raimondi su disegno di Raffaello, largamente impiegata, in particolare, in ambito lombardo.
Un approfondimento merita il dipinto di San Giacomo che in passato era posto sull’altare della famiglia Ginnetti in Santa Maria della Tomba in Sulmona, i cui stemmi araldici sono riportati negli angoli in basso del dipinto. Viene riferito a Paolo Olmo da Bergamo, che firma la bella pala della Visitazione commissionata per l’altare dei lombardi nella chiesa di San Francesco della Scarpa.
Gli sportelli d’organo dei primi anni del Cinquecento, con le figure di San Giovanni Evangelista, San Paolo, San Pietro e San Giovanni Battista, provengono dalla parrocchiale di Scanno e sono stati assegnati al Maestro di Caramanico, ossia all’anonimo autore del trittico proveniente dalla chiesa di San Maurizio nella cittadina abruzzese, attivo con la sua bottega su un vasto territorio dell’Abruzzo.
La Vergine e San Giovanni, realizzati tra la fine del XVI e gli inizi del XVII secolo, sono due dipinti su tavola ritagliati secondo il profilo delle figure e facevano sicuramente parte di una sacra rappresentazione con al centro il Crocefisso un tempo collocata nella Chiesa parrocchiale di Introdacqua. Dallo stesso paese la Madonna col Bambino in pietra policroma del XVI secolo mentre da Pettorano sul Gizio proviene la Croce lapidea.
Nella teca n° 1, tra le suppellettili liturgiche è collocato un ostensorio risultante dall’assemblaggio di parti tardo gotiche e seicentesche. Una pace in argento del XVI secolo, da Roccapia, raffigura l’Incoronazione della Vergine e, in basso sullo sfondo di un paesaggio montuoso, San Domenico e Santa Caterina; altra pace più tarda, del Tesoro della Cattedrale di San Panfilo, in ottone, presenta la scena della Deposizione. Nell’altra vetrina n° 2 si possono osservare una coppia di turiboli seicenteschi, con relative navicelle, della chiesa di Santa Chiara, di cui quello datato 1617 risulta essere tra i primi manufatti di scuola partenopea importati a Sulmona.