La Pinacoteca Civica di Arte Moderna e Contemporanea LIS
La raccolta è stata ospitata inizialmente presso Palazzo Mazara, successivamente nel Complesso della Santissima Annunziata, infine ha trovato la sua più idonea e prestigiosa collocazione in un’ampia sala e nel chiostro dell’ex-monastero di Santa Chiara. Questo patrimonio di arte moderna rappresenta il risultato tangibile delle acquisizioni succedutesi nel corso dei vari allestimenti annuali del Premio Sulmona delle Arti inaugurato nel 1973 e continuato ininterrottamente per cinquanta edizioni. A dette acquisizioni, ottenute tramite “premi acquisto”, si aggiungono diversi lasciti e donazioni antecedenti e successivi all’istituzione della Pinacoteca.
Nei pressi dell’ingresso, sulla parete destra del porticato, si possono osservare le opere ottocentesche ottenute prevalentemente da lasciti. Si segnalano: Il ritratto a busto intero di “Panfilo Serafini”, opera dell’illustre pittore sangrino Teofilo Patini maestro del realismo sociale, realizzata nel 1867; “La Scannese”, scultura in marmo di Costantino Barbella sodale di Francesco Paolo Michetti e animatore, insieme a D’Annunzio, Tosti e Scarfoglio, del Cenacolo Michettiano a Francavilla al Mare; Il “Ritratto di Leopoldo Dorrucci” del sulmonese Alfonso Rossetti allievo del Patini e, dello stesso autore, un ispirato volto di ignoto disegnato a matita; “Ozi invernali” suggestiva tela che ritrae i contadini abruzzesi in conversazione, di Camillo Giammarco a sua volta allievo di Rossetti presso la Scuola d’Arte “G. Mazara”; e “Il parlatorio delle monache” opera del 1893 di Vincenzo Alicandri anch’egli allievo di Patini e amico dell’insigne antropologo Antonio De Nino. Alicandri collaborò con il litografo pescarese Basilio Cascella e meritò a Napoli la stima di Domenico Morelli.Le numerose sculture in bronzo di Attilio Di Renzo, autodidatta di notevole talento operante nel tardo Novecento, sono in parte esposte nel porticato e in parte collocate nei depositi.
La storia più recente della Pinacoteca è, come accennato, strettamente connessa al “Premio Sulmona” avviato nel 1973 dal Circolo d’Arte e Cultura “Il Quadrivio” che ha indicato come direttore artistico e segretario generale della manifestazione il maestro Gaetano Pallozzi. Il Premio si è sviluppato nel 1993 in “Rassegna Internazionale d’Arte Contemporanea”. Per oltre mezzo secolo le esposizioni hanno annoverato migliaia di artisti, molti dei quali di risonanza nazionale e internazionale, portatori di svariate tendenze e filoni di ricerca.
L’acquisizione delle opere premiate nelle diverse edizioni ha contribuito ad ampliare e qualificare la collezione, oggi costituita da circa trecento pezzi tra dipinti, sculture, disegni e rari multipli. Il patrimonio è in costante incremento dato il perdurare della Rassegna d’Arte. Gli artisti presenti in permanenza sono tra i più noti e apprezzati del secondo Novecento nazionale, oltre ai contemporanei. Tra questi è opportuno menzionare gli autori di ambito figurativo quali Remo Brindisi cresciuto e formatosi in Abruzzo e nel 1972 nominato Presidente della Triennale di Milano; Ennio Calabria uno dei più innovativi pittori d’immagine a livello europeo; Alberto Sughi maestro del cosiddetto “realismo esistenziale”; Sergio Vacchi artista visionario e in qualche modo profetico; Renzo Vespignani, paladino di un realismo angoscioso, che tuttavia nella nostra raccolta si pone in evidenza con un pastello che ritrae un poetico bouquet di fiori, del 1998; Piero Guccione paesaggista dalle rarefatte atmosfere, in grado di rendere universale il particolare; Ugo Attardi già componente del gruppo “Forma Uno”; Ernesto Treccani fondatore di “Corrente”; l’artefice di idilliache visioni zoomorfe Aldo Turchiaro; il pittore e scrittore Emilio Tadini con le sue raffigurazioni atemporali e agravitazionali; e ancora: Giuseppe Zigaina, Tino Stefanoni, Gianfranco Ferroni, Attardi, Montanarini, Pozzati, Fieschi, Gianquinto, Sarri, Notari, Baratella e molti altri.
Nutrito anche il gruppo di artisti locali ma di considerevole livello qualitativo, sempre di genere figurativo, tra cui Gaetano Pallozzi, Italo Picini, Giuseppe Bellei, Nino Giammarco, Umberto Malvestuto, Nunzio Di Placido, Giuliano Presutti, Giuseppe Fiducia, Monticelli & Pagone, Antonio D’Acchille, importante esponente della “Nuova Maniera”, presente con una interessante opera giovanile.
L’astrazione è invece esibita da artisti di altrettanto rilievo tra cui Gastone Biggi con un raffinato polimaterico del 1996; Eugenio Carmi, Gualtiero Nativi e Guido La Regina con le loro stilizzate geometrie; Michelangelo Conte fautore ad oltranza di astrazione concreta; Riccardo Licata con il suo singolare alfabeto segnico; Elio Marchegiani con le abituali “Grammature di colore” che in questo caso assumono un tono arcaico; Achille Pace il cui filo segna itinerari informali che coinvolgono anche il dipinto “Giochi della metamorfosi” di Mario Nanni. E ancora opere aniconiche di Pasquale Di Fabio, Luciano De Dominicis, Ferruccio Gard e Francesco Guerrieri.
Tra astrazione e figurazione si pongono in evidenza i lavori del friulano Giorgio Celiberti che con il suo graffito mette in atto un codice interpretativo dell’esistenza umana, Attilio Rossi, Edolo Masci, Fausto Marganelli, Gino Litigante, Salvatore Provino e Gino Guida, così come, tra pittura e scultura, si impone il magnifico tappeto-natura di Piero Gilardi del 1994.
La scultura nazionale comprende, tra gli altri, i lavori del pescarese Pietro Cascella autore di innumerevoli opere monumentali di taglio geometrico-purista, Francesco Somaini, Luigi Mazzella, Loreno Sguanci, Alba Gonzales, Valeriano Trubbiani con un “paesaggio” in bronzo patinato evocatore di antiche memorie, e Gino Marotta con un metacrilato ossimoro di natura artificiale (oltre alle opere plastiche dei già citati Bellei e Di Renzo).
Significative sono le presenze degli artisti stranieri sia in ambito pittorico che scultoreo: il greco Georgiou Costis; i cinesi Ma Lin, Zhou Zhiwei, Hisiao Chin fondatore a Taipei, nel 1957, del gruppo “Tan-Fan” il primo movimento di arte astratta in Cina; il russo Mikhail Kulakov; i giapponesi Yoshin Ogata, Norio Takaoka, Horiki Katsutomi; lo spagnolo Clemente Ochoa; il colombiano Felipe Arango pittore figurativo che attua un attacco diretto alla forma idealizzata, l’argentino Jorge Romeo con un marmo simbolo di allarme per una tragedia in corso; il rumeno George Dan Istrate; la sudcoreana Yang Sil Lee, e altri.